Perché assumere una badante convivente?

07/01/2020
10 Minuti

Quando si sceglie la badante da assumere è necessario valutare attentamente la situazione e l’esigenze dell’anziano. Nel caso in cui l’anziano sia abbastanza autosufficiente, basterà assumere una badante per poche ore, mentre se l’anziano necessita di molta assistenza è consigliato assumere una badante disposta a lavorare più ore, magari come badante convivente.


Badante convivente: chi è e cosa fa?

La badante convivente è una badante che vive nella stessa abitazione o struttura dell’anziano. Al contrario di ciò che pensano molti, la badante convivente non lavora senza fermarsi e per tutta la giornata, ma anche questa figura ha dei momenti di pausa.

Nello specifico, la badante convivente lavora per dieci ore giornaliere non consecutive, per un massimo di 54 ore la settimana. Non consecutive perché le dieci ore devono essere interrotte da un pausa ristorativa di almeno due ore. Spesso, si sente in giro di famiglie la cui badante lavora 24h su 24h e non c’è niente di più sbagliato! Le badanti, come tutte le persone e i lavoratori, necessitano di riposo, di pensare a se stessi e di vivere dignitosamente.

Bisogna ricordare che chi viene meno ai limiti imposti a proposito dell’orario massimo per le badanti conviventi può incorrere in gravi sanzioni e penali, come la denuncia per sfruttamento della manodopera.

Il lavoro della badante convivente risulta un vero e proprio aiuto sopratutto nei casi di non autosufficienza più gravi. Per esempio è una figura ottimale da affiancare ad anziani con gravi problemi di autosufficienza dovuti a malattie cerebrali, disturbi del movimento, demenza senile… Questi assistiti necessitano di assistenza continua, poiché spesso incapaci di intendere e agire.

Il consiglio è, quindi, di alternare la figura della badante a quelle della famiglia. Nel caso in cui la famiglia abbia problematiche logistiche per fornire un’assistenza continua, si può scegliere di alternare una badante convivente a una badante notturna, la quale si occuperà di fornire assistenza durante la notte.


Indennità, vitto e alloggio

Una badante convivente si definisce tale in quanto ha diritto a ottenere il vitto e l’alloggio. Come si dichiara nell’articolo 35 Vitto e Alloggio, il vitto è il diritto di ricevere pasti sani, sufficienti, e una sistemazione, all’interno della struttura, dignitosa.

L’alloggio della badante dovrà rispettare gli stessi requisiti, ovvero dovrà essere consono, riservato e dignitoso. Ci possono essere delle situazioni, per esempio durante le ferie della badante, i giorni di riposo, in cui la badante non usufruisce del vitto e alloggio. In questi casi la badante ha diritto all’indennità di vitto e alloggio, ovvero delle somme che vanno a rimborsare le sue spese al di fuori dell’ambiente lavorativo.

La retribuzione relativa all’indennità di vitto e alloggio è la seguente:

  • 1,96 euro per il pranzo
  • 1,96 euro per la colazione
  • 1,96 euro per la cena
  • 1,69 euro per l’alloggio


Vi possono essere dei casi in cui il datore non dia direttamente i pasti al lavoratore.

In questi casi, la badante ha diritto a ricevere un’indennità annuale del valore convenzionale stabilito dal ministero per il lavoro.

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