Esistono molti modi per licenziare una badante, in questo articolo parleremo del licenziamento per giusta causa. Continua la lettura per ottenere moltissime informazioni, consigli, esempi di giusta causa, quando viene utilizzato.
Licenziamento badante per giusta causa: cos’è e quando si usa?
Durante un rapporto di lavoro è bene che il lavoratore sappia adempiere e seguire i suoi compiti lavorativi e che il datore sappia riconoscere in quali casi si debba licenziare un lavoratore.
Il licenziamento è possibile con ogni tipo di contratto, anche quelli a tempo indeterminato, ma ovviamente se motivato con una giusta causa. Ovviamente, non si può scegliere e non è possibile licenziare un lavoratore perché non è simpatico con noi, ma al contrario ogni licenziamento dovrà essere la conseguenza di un comportamento grave da parte del lavoratore.
Questo licenziamento è stabilito nell’articolo 2219 del codice civile e spiega che è attuabile quando il comportamento è molto grave e nuoce all’azienda.
Esempi di licenziamento per giusta causa
Si parla di licenziamento per giusta causa quando un lavoratore non adempie a compiti o accordi sanciti nel contratto di lavoro, oppure quando si verificano inadempienze del lavoratore che nuocono all’azienda o al datore di lavoro.
Per capire meglio come e quando usare questo metodo di licenziamento, ecco, di seguito, alcuni esempi di licenziamento per giusta causa:
- il lavoratore si rifiuta di lavorare senza una giustificazione valida
- rubare beni aziendali di valore
- lavorare in un’altra azienda o per un altro datore durante i giorni di malattia
- abbandono della posizione lavorativa senza motivazione, il licenziamento avviene se passano più di 4 giorni
- lavorare durante alterazione psichica da alcol o sostanze stupefacenti
- uso del telefono nelle ore lavorative
- falsificazione del badge
- ritardi continui
- insultare e diffamare l’azienda
- violenze nei confronti di colleghi e datore
- utilizzo inappropriato die permessi della legge 104
- non rispettare gli orari delle visite fiscali
Ovviamente, è da tenere in considerazione il fatto che esistano più o meno gradi di gravità che spingono a licenziare, per questo motivo è necessario utilizzare i parametri proposti dalla sentenza n.1077/2008 della corte di cassazione, ovvero:
- danni al datore
- tipo del rapporto lavorativo
- sanzioni o ammonizioni precedenti
- tipo di mansioni del lavoratore e ruolo
- intenzione del lavoratore nel commettere l’inadempimento
Anche i lavoratori che commettono reati fuori dall’ambiente lavorativo, ma che sono colpevoli di aver commesso un’azione nociva e grave per l’identità del datore o dell’azienda può essere licenziato, ma dopo alcune verifiche da parte del datore di lavoro.