In Italia si contano oltre 871mila lavoratori domestici regolarmente iscritti all’Inps, che si occupano di assistenza domiciliare a persone anziane o non autosufficienti: ma quanti di essi sono italiani, e quanti extracomunitari?
Cambia davvero qualcosa tra una e l’altra cosa? Cerchiamo una risposta andando a verificare statistiche, abitudini e offerte delle diverse tipologie di assistenti domestici.
Le badanti sono in maggioranza donne e straniere
Circa l’82% del totale di questi lavoratori è straniero (oltre 700mila), e tra questi una percentuale non inferiore al 72% proviene da paesi extracomunitari. Negli anni, a crescere sono stati gli stranieri: in dieci anni il loro numero si è quasi triplicato (+223%), mentre per gli italiani l’incremento sfiora il 24%.
Le colf e le badanti sono per la stragrande maggioranza donne, sia per la fetta italiana che per quella straniera. Questo trend, ben fotografato da elaborazioni della nota e autorevole Fondazione Leone Moressa su dati Inps, effettuate già nel 2010, traccia anche in questo caso un incremento.
Il profilo della lavoratrice domestica
Italiane
Le italiane hanno mediamente 46 anni, lavorano per 20 ore la settimane e dichiarano 36 settimane lavorative all’anno. Ricevono una retribuzione media annua di 4.805 € e versano nelle casse dell’Inps 834 € a testa.
Straniere
Le lavoratrici domestiche straniere sono più giovani delle italiane (in media hanno 41 anni, 43 per le comunitarie), lavorano per 28 ore settimanali (quindi 8 ore in più delle italiane) e dichiarano 33 settimane lavorative all’anno (ma per le extracomunitarie si tratta di 34 settimane). Ricevono una retribuzione annua media di 5.828 € e versano all’Inps 985 € all’anno (fonte: elaborazioni FLM).
Di quale nazionalità è la badante migliore?
A contare sono esperienza, efficienza, affidabilità, aggiornamento professionale dei lavoratori e delle lavoratrici domestiche, a prescindere dalla loro nazionalità.
A fare la differenza sono anche i fattori legati alla specifica personalità di ogni singola persona da assistere, dotata di proprie esigenze peculiari.
Ciò ci ricorda la chiara e sintetica lista di azioni che intervengono nel rapporto tra lavoratore e persona assistita.
Usanze culinarie
La dieta della persona da assistere è legata sia alle sue abitudini e preferenze gastronomiche, sia al suo stato di salute. La badante giusta è quella che, a prescindere dalla propria nazionalità, comprende ed attua immediatamente e senza licenze, dovute alle proprie abitudini e preferenze, le richieste dei datori di lavoro su un aspetto delicatissimo del benessere della persona che riceve assistenza nel proprio domicilio.
Dialogo con la persona assistita
Le persone anziane o non autosufficienti spesso desiderano avere compagnia e dialogo, ma ognuna con diverse calibrature, necessità e sensibilità. Ci sono anziani che sono riservati e di poche parole, altri che desiderano molto di più fare conversazione. In ogni caso, per prendersi cura della persona assistita a domicilio e osservare il decorso delle sue condizioni psicofisiche, è necessario comprendere e parlare bene la sua lingua madre. E cioè, nel nostro caso, la lingua italiana.
Briefing con i datori di lavoro/parenti
A prescindere dalla propria nazionalità d’origine, il lavoratore e la lavoratrice domestica devono saper leggere, ascoltare e capire tutte le istruzioni e le indicazioni che provengono in lingua italiana sia dalla persona assistita sia dai suoi familiari.
La badante deve essere a sua volta in grado di esprimere i propri punti di vista, dare suggerimenti, fare richieste e districarsi in situazioni a volte critiche o emergenziali: una conoscenza ottimale dell’italiano scritto e parlato sono dunque fondamentali.
Abitudini culturali
Non importa quali abitudini d’origine abbia la badante o la colf. Ciò che conta è che essa sappia adeguarsi con professionalità e tatto ai ritmi, alle abitudini, alla privacy, alla cultura della persona che riceve assistenza nel proprio domicilio.
Il compito di un’agenzia di selezione badanti e colf
Come abbiamo visto, la nazionalità d’origine della lavoratrice domestica che presta assistenza a domicilio non è importante. Decisivo invece è interpretare e applicare con efficacia ed empatia tutte le azioni dirette al benessere della persona assistita, che ha le proprie peculiari esigenze, e che vive, pensa e parla secondo la cultura e la lingua del posto in cui vive.
Visto che le nazionalità di provenienza delle badanti sono svariate, solo un’agenzia autorevole ed esperta di selezione badanti sa filtrare in modo specifico ogni candidatura e ogni profilo professionale di lavoratore domestico e collaboratrice famigliare, associandolo in modo mirato e pertinente a ciascuna persona da assistere.
Agenzie come queste sanno anche valutare l’esperienza di una badante prima di averla vista in azione, e anche di formarla preventivamente con un pacchetto base di precetti che renderanno più gradevole ed efficace la soluzione dell’assistenza domiciliare.