Per una badante convivente, uno dei profili più complessi per fornire assistenza è senza ombra di dubbio un assistito che soffre di Alzheimer. L’impegno in questo caso, ma soprattutto la pazienza, devono essere triplicati per garantire i servizi essenziali.
Per intenderci, parliamo di una malattia che si manifesta mediamente due anni prima che la ‘demenza’ si consolidi e che impatti sulle facoltà mentali, emotive e comportamentali.
Ovviamente, questi sintomi vanno ad incidere in maniera negativa sull’autonomia dell’assistito, rendendo obbligatoria l’assistenza da parte di un familiare o di una badante.
Purtroppo, nonostante i progressi notevoli fatti dalla medicina nel corso degli ultimi anni, non esistono ancora delle cure scientifiche che bloccano la malattia. E quindi divengono fondamentali le relazioni umane con l’assistito, infatti solo con l’amore e con l’organizzazione dell’ambiente che circonda quest’ultimo, si può garantire una vita dignitosa.
Quindi, se volete assistere un anziano con l’Alzheimer munitevi di tanta pazienza!
Nello specifico, dovrete essere brave a creare il giusto canale di comunicazione, che vi consenta di interagire serenamente con l’anziano.
Il vostro atteggiamento sarà fondamentale per gestire il linguaggio, memoria, autonomie personali, ecc.
Badante convivente, come assistere un anziano con Alzheimer: le indicazioni.
Per svolgere al meglio il proprio lavoro, ogni badante convivente che assiste un anziano con questa malattia, deve tenere sempre a mente queste indicazioni.
- È importante non forzare mai il volere dell’anziano quando si rifiuta di fare qualcosa. Spesso basta aspettare giusto cinque minuti, per trovarlo con uno stato d’animo diverso.
- Per motivarlo e tenere allenata la mente, può essere utile coinvolgerlo in azioni abituali della giornata. Come ad esempio riordinare la tavola, aprire un mobile per posare una pentola, ecc.
- La malattia incide prepotentemente sulla memoria a breve termine, quindi è opportuno formulare frasi brevi. In modo che l’anziano non abbia difficoltà grosse per ricordarle.
In sostanza, cercate di non limitare mai il malato e coinvolgetelo quanto più è possibile. In modo da farlo sentire vivo e sveglio.
Un anziano che soffre di questa malattia, è un po’ come un bambino: bisogna controllarlo, ma senza frenarlo!
Ma ovviamente, non sono solo queste le azioni che dovrete monitorare, di seguito ve ne riportiamo due che si verificano molto spesso: igiene personale e abbigliamento.
- Igiene personale: spesso capita che l’anziano si dimentichi di lavarsi e di prendersi cura della propria igiene personale. In questa situazione bisogna rispettare la persona, cercando di dargli autonomia. Ad esempio, se la doccia può provocare paura o disagio, è consigliabile preparare una bella vasca calda, oppure aiutarlo a lavarsi a pezzi.
- Abbigliamento: vi suggeriamo di strutturare l’armadio dell’anziano sempre con l’abbigliamento della stagione in corso, in modo da non creargli confusione con i panni di cui non ha bisogno. Inoltre, di fondamentale importanza è anche la comodità dell’abbigliamento, vi consigliano infatti di utilizzare vestiti con tessuti morbidi e non aderenti. Ad esempio le tute sono sempre molto apprezzate, visto che garantiscono tutta la comodità di cui l’anziano necessita.
Anche per le scarpe vale la teoria della comodità, eliminate quelle con i lacci e utilizzate quelle con lo strappo (molto più veloci da indossare).