Cosa conviene aprire in franchising

07/01/2020
10 Minuti

Il franchising è un’opportunità che sempre più aziende stanno proponendo: si tratta infatti di una pratica vantaggiosa tanto per chi approfitta del servizio quanto per chi lo offre.

Del resto, qualunque start up alle prime armi gradirebbe del sostegno e dei consigli provenienti da un’azienda autorevole e già ben avviata; e allo stesso modo, questo tipo di azienda sarebbe ben felice di tramandare le sue strategie e il suo know how, per non parlare del fatto che allargherebbe l’influenza del suo marchio – il tutto dietro un compenso iniziale e una percentuale su determinate vendite.

Se vuoi diventare imprenditore ma non sai dove investire, hai trovato l’articolo che fa per te: dopo qualche ricerca e un pò studio, ho individuato alcuni degli ambiti più promettenti e profittevoli per affidarsi ad un’altra azienda.

Ma prima, una breve introduzione su che cosa sia il franchising.


Franchising: che cos’è?

L’idea di base è molto semplice: un’azienda già presente da tempo su un determinato tipo di mercato aiuta una nuova realtà ad emergere.

In che modo?

Prima di tutto, l’azienda madre – o franchisor – istruirà l’affiliato sulle strategie migliori da adottare, redando a volte un vero e proprio codice comportamentale: con questo tipo di ausilio, il franchisee (il neo-imprenditore) sarà pronto ad affrontare le prime sfide proposte dal mercato, senza dover temere l’ignoto.

Oltre alla conoscenza dei metodi di approccio ai clienti, il franchisee potrà anche approfittare della brand authority (cioè influenza del marchio) del suo franchisor, risolvendo così il principale problema di ogni nuova realtà commerciale: la presenza sul mercato, di solito ottenibile solo con anni di pratica.

Poter sfruttare il marchio del franchisor significa anche molto di più di semplice presenza: significa proporre al pubblico i suoi servizi o i suoi prodotti, già da tempo in circolazione e quindi con una clientela di riferimento. In cambio, l’azienda madre chiederà una tassa su ogni vendita, chiamata “royalty”.

Per tutto il processo di alleanza commerciale, all’affiliato sarà anche richiesta una quota d’ingresso, la “fee” iniziale.


L’evoluzione del franchising

Il franchising non è una novità. È venuto a crearsi poco meno di un secolo fa, quando, negli Stati Uniti e in Francia:

  • nel primo caso venne a crearsi una solida strategia commerciale nell’ambito della motorizzazione, ideata da General Motors: il fine era quello di mettere in regola i propri rivenditori di auto delocalizzati, e l’obiettivo fu raggiunto con dei contratti che proponevano delle condizioni molto simili all’odierno franchising;
  • nel secondo caso il lanificio di Roubaix sviluppò una serie di filiali direttamente dipendenti dalla casa originale, vendendo tutta la merce sotto il marchio “Laines du Pingouin”, fondando così un’autorevole catena di vendita in meno di 10 anni.

Su questi due esempi, il franchising si è venuto a consolidare principalmente nell’ambito della ristorazione (ne sono testimoni le molte catene di fast food), per poi diffondersi in maniera omogenea in quasi tutti gli ambiti, essendo una pratica molto versatile ed adatta a qualsiasi tipo di servizio.


Il franchising oggi in Italia

Come è tristemente noto, l’economia italiana sta ancora soffrendo per la crisi economica, che rende difficile (se non impossibile) partire con una nuova attività imprenditoriale contando unicamente sulle proprie forze: il franchising rappresenta un’alternativa più che valida, grazie ai vantaggi visti in precedenza.

In particolare, l’inserimento praticamente immediato nel mercato permette al franchisee di iniziare a guadagnare molto più rapidamente che non con una partenza “classica”, e di rientrare nelle spese iniziali – fee d’ingresso nel franchising e investimenti aziendali – in uno o due anni dall’inizio dell’attività.

Per non parlare della sicurezza che il franchisor garantisce al suo affiliato: quest’ultimo, grazie all’influenza del marchio che gli viene concessa, non faticherà ad ottenere i primi clienti – punto cruciale per tutte le start up – e a vendere i propri prodotti.

L’ambito probabilmente più fecondo è, oggi, quello dell’assistenza sociale, in particolar modo quello inerente al supporto agli anziani: basti pensare che il rapporto di anziani è quasi 1 a 4 sull’intera popolazione della penisola, ed è previsto che questa percentuale si innalzi fino a sfiorare il 30% entro il prossimo decennio.

Più anziani significa più necessità di assistenza, e l’assistenza di questo tipo è data dalle case di riposo – soluzioni estreme e decisamente costose – o dalle badanti domestiche – opzione versatile e molto più abbordabile. Ecco dunque su cosa converrebbe investire: un’agenzia di ricerca e selezione badanti, in grado di mettere in contatto le famiglie bisognose con lavoratrici professioniste e preparate.


Inoltre, il franchising è efficace in proporzione alla presenza sul mercato del franchisor: è per questo che dovresti rivolgerti ai migliori del settore, in modo da essere sicuro del tuo investimento e crescere rapidamente!

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